Un profondo studioso delle acque come Leonardo da Vinci non poteva mancare di evidenziare l’abbondante presenza di sorgenti termali. Ed ecco che ai piedi del castello, accompagnato da poche costruzioni sparse, compare nel foglio WRL 12685r (Royal Library di Windsor), il toponimo Bagno, esattamente dove oggi è situata Montecatini Terme con i suoi stabilimenti. L’artista ne traccia anche i corsi d’acqua più importanti, allora molto più abbondanti ed irruenti, tanto da alimentare un gran numero di mulini e frantoi: il Salsero, che l’attraversa scendendo dal modesto colle di Maona, e ai lati il Nievole e la Borra che ne delimitano tuttora i confini.

Il volto di leone/pantera, che pare di riconoscere nella disposizione dei filoni pietrosi di quella che doveva essere l’antica cava di Maona, delineata da Leonardo sulla destra del disegno del Paesaggio con fiume del 5 agosto 1473, si potrebbe interpretare non solo come una firma parlante dell’artista o come indicazione della presenza nel luogo di acque dalle forti valenze energetiche e curative; ma anche come toponimo figurato dell’area ancora conosciuta come Panteraie. È ipotizzabile anche il riferimento alla sorgente di acqua salmastra che qui sgorgava, il Castagnaregolo (andando a scomodare Regolo, la stella principale della costellazione del Leone). Del resto tutti i più importanti medici concordano nel suggerire il periodo posto sotto il segno del Leone per ottenere i maggiori benefici dall’uso idropinico delle acque termali. Da non escludere inoltre, la rappresentazione dell’alterna potestà sul territorio di Montecatini, fonte di continui dissidi tra la pantera lucchese e il leone di Firenze… Ancora oggi lo stemma cittadino vede due leoni rampanti sollevarsi dalle acque per sorreggere sopra la collina un catino sormontato dal giglio fiorentino.
È proprio lungo le rive del Salsero/Castagnaregolo che si concentrano nella mappa leonardesca i radi edifici, disegnati esattamente dove ancora oggi sorgono i principali stabilimenti, che la storia del luogo ci tramanda essere già esistenti al tempo di Leonardo. Il Tettuccio, molto antico, fu ricostruito dai Fiorentini nel 1370 con il nome di Bagno Nuovo e utilizzato per l’estrazione dei sali. Il Bagno Caldo, detto anche della Rogna o dei Merli, fu denominato Terme Leopoldine a seguito della riedificazione voluta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena: durante i lavori vennero rinvenuti sotto il cratere della sorgente termale alcuni idoletti votivi etrusco/romani che ne attestavano l’originaria sacralità; ma l’uso terapeutico dell’acqua di questo Bagno venne descritto nel 1417 anche da Ugolino Caccini da Montecatini, il primo grande idrologo italiano, e dai maggiori medici rinascimentali, che ne prescrissero l’uso a sovrani e papi. L’attuale Bagno Rinfresco, all’interno dello Stabilimento Torretta, era denominato nel ‘300 Bagno Tondo, poi Bagno Mediceo nel Rinascimento, per lo stemma della casata che era stato apposto alla fonte; e non sorprende il fatto che se ne giovasse anche Eleonora di Toledo, moglie del granduca Cosimo I de’ Medici.

Tutti i sali contenuti nelle acque che qui sgorgavano abbondantissime, durante il periodo estivo si depositavano ai piedi della collina e coprivano gran parte della valle, conferendole un aspetto biancastro che riluceva al sole come neve: è da questo fenomeno che derivano forse il toponimo Valdinievole e la presenza di numerose chiese ed edicole dedicate alla Madonna della Neve. L’interesse di Leonardo in questa area termale derivava probabilmente anche dalla ricerca del prezioso allume, considerevole fonte di reddito per i mercanti fiorentini in quanto sale indispensabile per la lavorazione della lana e per altri importanti usi, anche in campo artistico: per la preparazione delle tavole da dipingere, nella miscelazione dei colori, che acquistano maggiore vivacità e brillantezza, e come fissativo… E non occorre dire come Leonardo fosse un vero sperimentatore…
La città termale, sorta alla fine del ‘700 su progetto del Direttore delle Regie Fabbriche Granducali, l’architetto Niccolò Gasparo Paoletti, secondo i canoni delle città ideali o talismano, ha visto nei secoli successivi un intenso sviluppo, caratterizzandosi all’inizio del ‘900 per il raffinato gusto liberty che la contraddistingue ancora. Di particolare rilievo, oltre agli stabilimenti, il Palazzo Comunale con i magnifici decori di Galileo Chini, e gli alberghi più prestigiosi, che hanno registrato nel tempo la presenza di ospiti eccellenti, tra cui politici e regnanti di tutto il mondo, o grandi artisti come il musicista Giuseppe Verdi. Ampia e qualificata è infatti la ricettività alberghiera, che posiziona Montecatini Terme come polo privilegiato per grandi eventi, congressi e turismo di qualità.

01 Montecatini Alto

Leonardo Da Vinci inserisce il Castello di Monte Catino nel foglio WRL 12685r e in altri disegni relativi al progetto per la deviazione dell’Arno. Nel medioevo l’ampia estensione delle mura di Montecatini Alto, per un perimetro di circa 2 km con accesso da sette porte e da un portellone segreto, consentiva il controllo di tutta la Valdinievole.

03 Pieve a Nievole

Se osserviamo l’immagine del castello di Monte Catino disegnata da Leonardo da Vinci nel foglio WRL 12685r, scopriamo che lungo il fianco sud della collina (a dx) le mura sembrano scendere e prolungarsi verso un abitato più in basso, fino a toccare le rive del fiume Nievole nel punto in cui questo fa il suo ingresso in Valdinievole, lo stesso punto in cui avrebbero dovuto confluire le acque del canale dell’Arno a seguito della sua deviazione progettata da Leonardo. È proprio lì che sorgeva un borgo a valle del castello, il primo nucleo urbano di Montecatini...

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